Orti volanti
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2010
Orti volanti: un progetto di riconnessione urbana e paesaggistica a palermo
Arch. Giovanni fiamingo (capogruppo)
Con arch. Marina cimato
Coll.: vito la spina, ramona rometta
Consultazione ad inviti organizzata da: università degli studi di palermo, ricerca miur prin 2007 "riqualificazio... Leggi di più
2010
Orti volanti: un progetto di riconnessione urbana e paesaggistica a palermo
Arch. Giovanni fiamingo (capogruppo)
Con arch. Marina cimato
Coll.: vito la spina, ramona rometta
Consultazione ad inviti organizzata da: università degli studi di palermo, ricerca miur prin 2007 "riqualificazione e aggiornamento del patrimonio di edilizia pubblica. Linee guida per gli interventi nei quartieri innovativi iacp nell'italia centromeridionale" - coord. Naz. Prof. Benedetto todaro
"palermo: quartieri, periferie e città contemporanea" - resp. Unità ricerca prof. Andrea sciascia
Premessa metodologica
Il progetto interviene su un contesto molto degradato della periferia palermitana, corrispondente all'area definita dai quartieri bonagia e falsomiele-borgo ulivia: adiacenti sulla carta, ma inesorabilmente separati dai pochi metri del trafficato viale della regione siciliana.
La proposta progettuale doveva definire sia un sistema di spazi verde quali elementi di relazione e riqualificazione ambientale fra i due quartieri, sia la loro riconnessione fisica tramite l'attraversamento del viale.
L'area d'intervento appare caratterizzata da profonde “lacerazioni” urbane che nel tempo hanno messo in crisi la misura e i valori dello spazio pubblico. Fra queste lacerazioni salta agli occhi il fuori scala abitativo e urbano che contraddistingue uno dei due quartieri, e che insinua il dubbio sulle capacità miracolose di un verde pubblico quando si trovi a confrontare con i dodici e passa piani dei palazzoni intensivi del quartiere bonagia. Inoltre, questi luoghi sono caratterizzati da una strutturale carenza di servizi e anche da un diffuso degrado urbano; oltre che da un uso veramente privato dello spazio pubblico che fagocita e smarrisce le sottili trame e le sapienti geometrie razionaliste del quartiere falsomiele-borgoulivia. Dappertutto si evince una totale assenza di relazioni fra i tessuti urbani e lo straordinario paesaggio che li circonda. Appare quindi particolarmente stridente l'evocazione toponomastica e astratta di una natura oramai definitivamente lontana da questi luoghi: via dell'airone, della pernice, dell'ermellino, del pellicano, etc.
Come in un paesaggio metafisico, gli elementi dell'abitare si affastellano estraniati ed estranianti, restituendo una condizione abitativa dominata dal logotipo dello “sradicamento”.
Eco-monstrum – analisi dell'esistente
I grandi vuoti del quartiere falsomiele-borgo ulivia contengono, infatti, una dimensione metafisica che li allinea inequivocabilmente alla tradizione italiana sullo spazio pubblico. Come nelle piazze dechirichiane, hanno luogo e vi si ritrovano enigmatiche apparizioni: queste piazze e questi slarghi immensi, come i vuoti interni delle corti razionaliste esistenti, sono spesso luogo di affastellamento di inutili recinti. Anche quanto contengono sparuti inserimenti arborei, veri e propri simulacri di natura, sono spesso inaccessibili e solamente ornamentali.
In realtà, il paesaggio risulta fortemente contrassegnato dalla presenza di due veri e propri ecomostri: i titanici palazzoni intensivi del quartiere bonagia e la grande arteria stradale del viale della regione siciliana.
Per contro, l'importante presenza del fiume oreto e delle sue valenze naturalistiche è pressoché dimenticata e assente.
Corridoio o soggiorno ecologico?
In definitiva, più che di consolatorie aree verdi e di rassicuranti servizi sportivi, quest'area sembra necessitare di ritrovare un ordine e un ristabilito rapporto con la natura. La questione è definire con quale natura confrontarsi.
Il progetto propone un corto circuito tra la dimensione arborea del richiesto corridoio ecologico, quella urbana delle necessarie e impegnative dotazioni di servizi utili a rinsaldarne le parti e ricostruirne le capacità abitative, e quella meramente funzionalista della riconnessione fisica (cioè l'attraversamento del viale della regione siciliana).
Fra ironia e utopia, si viene a definire un progetto “interrotto”; un frammento che vuole però confrontarsi con la scala generale del paesaggio circostante: quasi un fossile affiorante dal terreno e dalla natura stessa dei luoghi. Un fossile, che tuttavia avrà un problema “scalare” da risolvere o, almeno, da porre.
Per questo motivo, ironicamente, il “corridoio” cederà il posto al “soggiorno” ecologico e la metafora dello “sradicamento” condurrà verso il disegno di veri e propri “orti volanti” lanciati a riconnettere fisicamente e paesaggisticamente le due parti. Questi orti/corridoio ecologico, sollevati alla quota delle intense volumetrie antistanti, sono in definitiva offerti anche alla cittadinanza e risultano capaci di accogliere spazi per il gioco e il relax, recuperando la presenza degli antichi agrumeti e delle colture tipiche. Rispetto alla loro collocazione a terra, nel bel mezzo di tante trafficate arterie veicolari, individuano senz'altro una condizione naturalistica più funzionale all'accoglimento ecologico ricercato.
Il loro sollevamento, ospiterà tutte quelle funzioni e quei servizi oggi assenti, definendo un nuovo baricentro, al contempo propulsivo ed attrattivo, funzionale al riscatto urbano del luogo.
Orti volanti - strategia progettuale
Il progetto, dunque, propone un'idea di “verde” che abbandona lo stereotipo ornamentale per riconquistare una idea arcaica di giardino: gli orti urbani. L'esigenza di coniugare la dimensione ecologica dell'orto con quella della vera e propria autostrada di biossido costituita dal viale regione siciliana ha suggerito di sradicare tali orti e di proiettarli in alto, facendoli volare verso la riconquista di una maggiore salubrità aerea e paesaggistica.
Tale idea di “sollevamento” e “sradicamento” ha permesso, con un solo gesto architettonico, di risolvere i principali problemi di quest'area:
- la dotazione di un vero ed adeguato corridoio ecologico, opportunamente allontanato dal prepotente inquinamento e frastuono urbano sottostante;
- la soluzione della connessione fra i due quartieri;
- la collocazione di buona parte dei servizi necessari alla rivitalizzazione di questi luoghi, posti nello “spessore” dello stesso sollevamento.
Per tale ragione il progetto si snoda attraverso pochi elementi che, nella loro mutua interazione, organizzano tale spazio e sviluppano una “promenade” di riconquista dei luoghi e del paesaggio.
Innanzitutto questi orti urbani “volanti”, partendo dalla misura razionalista presente nel quartiere falsomiele-borgo ulivia e, sollevandosi da terra, tagliano l'ingombrante visuale dei palazzoni del quartiere bonagia. L'immagine di una vera e propria collina artificiale si con-fonderà con il profilo di monte grifone, restituendo la misura sottratta a questo ambito urbano
Essi definiscono una serie di tre elementi concatenati.
Il primo elemento è un vuoto: una piazza scavata che ripropone la dimensione in “negativo” di un isolato. Incassata nello spessore della terra, e mantenuta vitale da una cospicua dotazione di attività commerciali, risulta definita da piani inclinati di verde e da sistemi di scalinate/gradonate capaci di ospitare varie attività collettive, da svolgere all'aperto.
Il secondo elemento è un grande recinto sollevato da terra, che racchiude un primo sistema di giardini pensili attestati alla stessa quota dei tetti degli edifici razionalisti circostanti; e raggiungibili da piani inclinati, scale e ascensori urbani. Dentro questo recinto aereo, pieni e vuoti intrecciano una spazialità che si articola nelle molteplici funzioni pubbliche ospitate (auditorium, uffici circoscrizionali, scuola materna, ambulatorio e laboratori artigianali, caffetteria, etc.).
Il terzo elemento è definito dai grandi giardini aerei che scavalcano il viale della regione siciliana, che raggiungono e si confrontano con le proporzioni dei grandi insediamenti intensivi antistanti. Sotto i grandi giardini saranno ospitate molteplici attività (dal centro commerciale alle attrezzature sportive, alla biblioteca, etc.); ma soprattutto si strutturerà una grande piazza/ponte di attraversamento e collegamento fra i due quartieri, interamente pedonale e dotata di tapis roulant, ascensori e scale che ne collegheranno le varie quote fino ai superiori giardini.
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