Riconversione a milano
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Casetta_panoramica
Intorno al 1806 sorse la fonderia napoleonica eugenia. Oggi lo stesso complesso, dopo un suo attento recupero, ospita uffici e spazi espositivi, oltre che essere sede dell’omonimo museo. Lo studio è stato incaricato di una serie di progetti di recupero e riconversione, che ins... Leggi di più
Casetta_panoramica
Intorno al 1806 sorse la fonderia napoleonica eugenia. Oggi lo stesso complesso, dopo un suo attento recupero, ospita uffici e spazi espositivi, oltre che essere sede dell’omonimo museo. Lo studio è stato incaricato di una serie di progetti di recupero e riconversione, che insistono sul complesso. Tra questi, quello relativo alla riconversione di un piccolo edificio, posto sul confine tra il complesso di laboratori e una corte dei primi del novecento, dalla quale vi si accede. L’edificio, prima dell’intervento, si presentava in uno stato di manutenzione assolutamente degradato e privo dei principali servizi, poichè inutilizzato da alcuni anni. Le richieste del committente erano indirizzate alla rigenerazione funzionale e tecnologica del manufatto, in virtù di una sua riconversione da piccolo laboratorio a spazio per uffici autonomo. Il progetto ha previsto la totale riconfigurazione dell’edificio, partendo dalla copertura, fino ad arrivare alle fondamenta, adeguandolo di tutti gli impianti, oggi ritenuti indispensabili, con particolare attenzione alla sostenibilità energetica – l’edificio è classificato in classe a. In particolare, oltre ad implementare la superficie esistente, dotando l’unico ambiente di un soppalco realizzato con un unico pannello in x-lam – è stato realizzato un nuovo bagno e coibentato l’intero involucro con pannelli in polistirene – spessore cm. 10 – intonacati a civile. L’esterno dell’edificio rispecchia invece le caratteristiche stilistiche e cromatiche dello stabile che lo fronteggia – stessi serramenti ed oscuranti. L’unica eccezzione alla regola, che ci siamo concessi da un punto di vista formale, è stata quella di inserire, al centro della copertura – costituita da otto falde connesse tra loro – un cubo in legno che svolgesse, sia da supporto strutturale, sia di catalizzatore estetico del manufatto, proiettando dall’esterno verso l’interno e viceversa – attraverso un lucernario posizionato sulla sommità – un fascio luminoso zenitale, naturale o artificiale in base alle ore del giorno
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