Una casa a quinto al mare per vivere e incontrarsi.
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“come vogliono vivere in questa casa?”
E’ questa la prima domanda che ci facciamo quando affrontiamo un nuovo progetto, un nuovo lavoro. Proviamo cioè a chiederci in quale maniera sarà “utilizzata” l’abitazione per impostare, fin dall’inizio, una corretta distribuzione degli spazi... Leggi di più
“come vogliono vivere in questa casa?”
E’ questa la prima domanda che ci facciamo quando affrontiamo un nuovo progetto, un nuovo lavoro. Proviamo cioè a chiederci in quale maniera sarà “utilizzata” l’abitazione per impostare, fin dall’inizio, una corretta distribuzione degli spazi, per rendere questo compito più semplice possibile. Come sempre in questi casi, le risposte sono meno banali di quanto possano sembrare. Alcune infatti sono sede di attività domestiche quotidiane (come le case con “il cuore in cucina”), altre sono il regno dei ragazzi perché i genitori rientrano tardi, altre vengono usate per lavoro oltre che per vivere (coma la casa di marco armiliato)), altre ancora sono estremamente attente all’interior design e al gusto per l’architettura di interni come racconto in uno dei miei video.
Anche in questo caso ci siamo posti la stessa domanda e la risposta è stata che la casa sarebbe stata un “contenitore” per far incontrare persone fisicamente lontane fra loro. Una sorta di crocicchio quindi, un punto di incrocio delle diverse strade intraprese da coloro che gravitano intorno a questo appartamento affacciato sul mare di quinto a genova.
Figli adulti che tornano qui saltuariamente per soste spesso non programmate, un genitore che vive molte settimane all’anno in una bella città del nord della francia e che oramai è fortemente influenzata dai gusti d’oltralpe, il padrone di casa che interpreta questo spazio come un luogo di sosta forzato tra un viaggio di lavoro e l’altro, spesso condotto in sella ad una bicicletta.
Non è una novità naturalmente: molte case contemporanee condividono questo tipo di impostazione quando i figli hanno raggiunto la maturità. Ma in questo caso tutto ciò era evidente al punto tale da trasformarsi nel tema stesso della casa, che è stato pertanto individuato nella creazione di uno spazio più grande possibile, senza una funzione specifica ma “ibrido“. Un luogo nel quale cucinare, parlare, leggere, pranzare, rilassarsi, guardare la tv, etc. Uno spazio che fosse in grado di accogliere le diverse personalità mettendole tutte a proprio agio. Un ambiente caldo e confortevole, capace anche di subire trasformazioni negli anni pur mantenendo le proprie caratteristiche.
E’ questo il cuore della casa, un cuore voluto fortemente, desiderato con grande fermezza e ricavato non senza qualche artificio tecnico all’interno di una struttura statica che sembrava non poter rendere possibile questa operazione.
Naturalmente in uno spazio di questo tipo l’arredamento non può seguire uno stile unico e predeterminato. Così il colore delle pareti ricavato da quello del sole al tramonto, alternato al grigio neutro e al pavimento ligneo, costituiscono una scenografia ideale per lasciar vivere insieme gusti diversi e provenienze stilistiche anche in contrasto fra loro, come la cucina asettica e rigorosa della doimo cucine, il tavolo e qualche mobile dal gusto classico e le librerie murali contemporanee. Il tutto sapientemente raccolto all’interno di un unico volume caratterizzato da una propria autonomia specifica. (se sei interessato al tema del colore, approfondiscilo leggendo “colore e architettura di interni“).
E’ così che è nata questa abitazione, è così che è nata questa casa per vivere ed incontrarsi.
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