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Ruggero Lenci

Concorso per un "monumento ai caduti di nassiriya" - Roma (RM)

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Il progetto del nuovo memoriale ai caduti in missione a nassiriya vuole commemorare e onorare, con un segno significativo e indelebile, i 19 italiani, carabinieri, militari e civili, morti tragicamente il 12 novembre 2003 a seguito dell’attentato alla base maestrale mentre erano impegnati nell’operazione “peace keeping”. La proposta, inserita all’interno di un contesto storico ambientale di forte identità, inteso sia come luogo che introduce il visitatore al parco schuster adiacente alla basilica di s. Paolo fuori le mura e alle preesistenze archeologiche del sepolcreto ostiense, sia come punto di snodo di grande valore paesaggistico tra la via ostiense e il lungotevere, si presenta come una camera urbana aperta di 30x30 ml. Di lato coperta dal cielo e dalle stelle, come un evento tettonico carico di nuovi e profondi significati in memoria del tragico evento. Ubicato sul vertice dell’area triangolare del parco sul quale culmina il grande viale pedonale principale che inquadra prospetticamente il transetto della basilica di s. Paolo e quello secondario che conduce al fronte del complesso monumentale, l’intervento si posiziona nel sito in modo semplice e naturale, come un vero elemento di minimal landscaping, la cui forma facilmente leggibile e accogliente, appartenente all’ambiente nel quale è inserito perché in continuità con le tessiture esistenti, diventa al tempo stesso luogo di pausa di riflessione e spazio di raccordo tra le due direzione dei percorsi. In considerazione del fatto che nell’area non è possibile scavare oltre 70 cm. In profondità, il progetto propone l’idea di uno scavo, ma che in realtà non è tale, per mezzo di un muro di forma planimetrica quadrata come margine di un riempimento di terra che ha luogo nella zona adiacente il lungotevere di san paolo a seguire la quota stradale. Ciò genera un suggestivo cretto raccolto nel silenzio, con un massimo di tre metri di altezza, idoneo a contenere i visitatori. Il cretto verrà rivestito con lastre in travertino sulle quali, lungo una fascia ubicata ad altezza d’occhio, saranno incisi i nomi dei caduti. Essi saranno così distribuiti: i nomi dei due civili caduti, sul segmento verso la basilica di san paolo (lato sud); i nomi dei 12 carabinieri caduti, sul segmento di fondale (lato ovest); i nomi dei 5 militari caduti, sul terzo segmento (lato nord). La camera, che simbolicamente rimanda anche al cratere generato dall’esplosione di un ordigno bellico, contiene al suo interno le acque, che sono simbolicamente quelle dell’eufrate, il fiume che bagna nassiriya, e del tigri. Il perimetro murario dell’area commemorativa si riflette nello specchio d’acqua suddiviso dal viale secondario che lo attraversa. I riflessi cangianti generati dal velo d’acqua (realizzato a seguito di uno scavo contenuto in 60 cm. Di profondità) commentano il cammino dei visitatori al cambiare del vento, dell’ora e del clima, ampliando cinematicamente il luogo. Una scultura astratta in bronzo forgiata sulla diagonale del quadrato emerge dall’acqua da un basamento sommerso. La nuova presenza verticale - l’uomo in missione di pace a nassiriya - stabilisce un rapporto gravitazionale e magnetico con i nomi dei 19 caduti e segnala il nuovo memoriale nel contesto. Il riempimento di terra dà luogo, alla quota del lungotevere, a una terrazza vegetale che invita alla visione prospettica della camera dall’alto, scavo rivelatore della memoria sepolta, da onorare e non dimenticare. Il nuovo piano inclinato verde digrada verso la via ostiense fino alla quota stradale invitando i visitatori, provenienti dalle aree limitrofe e dall’università roma tre, a entrare nel parco transitando per l’area monumentale rivelata dall’emergenza scultorea. Il due viali che attraversano il luogo della memoria ai caduti congiungono il silenzio della camera commemorativa, ai suoni del parco, alla vita che continua. Una superficie inclinata, da realizzarsi in sabbia stabilizzata, scende nell’acqua come la riva di un fiume, rimandando alla geografia e agli elementi del luogo dell’attentato. Un sistema di fari direzionali, sommersi nelle vasche d’acqua, genera l’illuminazione notturna caratterizzata da un riverbero che conferisce sicurezza al luogo e, al tempo stesso, una vibrante atmosfera che mette in risalto le inaspettate superfici murarie e le profonde sottrazioni volumetriche della scultura. La proposta si integra con le preesistenze conservando i tracciati pedonali e non interferendo visivamente con la testata del transetto della basilica. I materiali utilizzati appartengono al contesto e, in ragione della fruizione pubblica del luogo, garantiscono elevate prestazioni di durata e di resistenza all’usura e al deterioramento. L’altezza della scultura, l’elemento più alto del progetto, è contenuta nei 5 mt. Fuori terra. Lo scavo necessario per la vasca d’acqua non supera i 60 cm.
 
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