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Michele Rufolo

Cantina lignea in irpinia - Paternopoli (AV)

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Cantina fiorentino, progettata e diretta da angelo verderosa, è l’unica cantina in irpinia, terra a forte vocazione vitivincola (greco di tufo, fiano di avellino e taurasi), realizzata in legno e con tecniche di bio-architettura. Uno spazio di relazione tra la campagna e l’uomo; l’architettura sceglie un profilo mimetico, scavato, terraneo. I materiali sono naturali, duri (e puri); prevalgono il legno massiccio e il ferro crudo spazzolato. Il terreno pietroso viene lasciato in alcuni tagli stratigrafici a vista. Una vela di copertura ‘verde-rame’ emerge dal terrazzo, capta l’immagine del grande pinus pinea e la riverbera dentro gli spazi di accoglienza e degustazione. La cantina adotta tecnologie di assemblaggio ‘a secco’, sceglie tecnologie attente al contenimento dei consumi energetici e materiali naturali a basso costo comunicando la filosofia aziendale attraverso un’architettura dal linguaggio essenziale, delicato, sobrio. Maestranze e materiali sono in prevalenza a km. Zero; strutture e materiali in elevazione sono rimovibili e riciclabili; il raffrescamento estivo è supportato da ventilazione naturale innescata da vasistas in alto; le acque piovane vengono filtrate e riutilizzate. Soluzioni di tipo sartoriale sono apprezzabili nei dettagli realizzati dagli artigiani locali. La nuova cantina punta ad una comunicazione subliminale: il legno parla già di vino; è un materiale autentico, caldo, schietto, vivo; come il vino. Vino e legno in un connubio di memorie arcaiche. In questa cantina si produce con uve che appartengono alla famiglia proprietaria e che vengono coltivate nel terreno vitato, biologico ante litteram, intorno alla stessa cantina. Serviva pertanto un’architettura pulita, una botte più grande. In legno. Gli spazi si snodano attraverso una sequenza dinamica verticale/orizzontale e servono una serie di funzioni votate all’accoglienza dei visitatori oltre che alla produzione. Al piano interrato, con un volume a doppia altezza, c’è la zona produzione con fermentini e serbatoi inox per complessivi 650 hl.; si tratta di uno spazio di lavoro dotato di illuminazione e aerazione naturale grazie all’altezza complessiva di oltre 5 ml. In un volume coibentato e protetto naturalmente dalla terra circostante c’è la barricaia con antiche botti di castagno e nuove barrique di rovere. Sotto il terrazzo principale trovano posto le restanti attrezzature di lavorazione stagionale dell’uva come la pigia-deraspatrice e la pressa. Gli spazi del piano terra accolgono i degustatori, parte integrante dell’attività di produzione : ingresso con banco di accoglienza, informazioni, degustazione e vendita / servizi igienici distinti tra personale e pubblico, corredato da bagno disabili / ufficio / ampio locale bottiglieria per deposito ed esposizione delle bottiglie divise per annate. L’edificio è stato realizzato in zona sismica 1. La committenza è stata affascinata fin dal primo momento dalla potenza narrativa del legno a vista; cemento armato e muratura sono stati relegati negli spazi interrati, poi solo tecnologie di posa a secco con legno a vista sia all’interno che all’esterno; sia lungo le pareti che per le pavimentazioni. Conti (e calcoli energetici) alla mano si è dimostrato che col legno si poteva contenere lo spessore dell’involucro perimetrale raggiungendo un’alta performance architettonica. In conclusione : committenza felice e logo aziendale che riprenderà la trama delle facciate esterne in legno.
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