Piazza parcheggio - Vedelago (TV)
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l’area, elevata sulla valle del fiume, aperta alle visuali di orizzonti lontani che spaziano dai monti al mare è dominata dalla imponente presenza della torre e delle rovine del castello, che caratterizzano il silenzio del paesaggio circostante. La posizione di belvedere naturale sul paesaggio delle colline e del mare in lontananza, la presenza della torre, hanno suggerito questo intervento concepito sulla selezione delle visuali, rendendolo capace di concentrare e addensare l’attenzione del visitatore su pochi selezionati punti focali significativi, in un luogo che è per sua natura destinato alla apertura e dispersione visiva. In questo contesto intriso di grandi presenze paesaggistiche, l’intervento si inserisce con discrezione; è un secondo oggetto, netto e riconoscibile, che si affianca alla preesistenza agendo dall’esterno come elemento riqualificatore del castello in rovina. Caratterizzato dalla figuratività planimetrica netta e chiara del rettangolo, ricerca, dal suo interno, un rapporto di continuo colloquio visivo con la torre e con il paesaggio circostante;
è un piacevole e protetto luogo di sosta, adatto a ospitare eventi occasionali e spettacoli all’aperto. Questo oggetto è un giardino segreto, giardino di pietra e d’acqua, organizzato secondo una successione di spazi aperti, da quelli più vasti a quelli intimi e contemplativi, ameni e protetti tra muri. Questi si conformano secondo una logica geometrica all’interno di una figura rettangolare, che si contrappone ad un esterno caratterizzato da un verde dalla natura selvaggia. Gli spazi, conclusi e protetti tra muri che si ergono tutti allineati alla medesima altezza, si aprono in improvvisi e inaspettati scorci visuali sul paesaggio circostante. Accessibile dal lato breve, a monte, il visitatore procede in un percorso che attraverso comodi piani inclinati guadagna in breve il livello inferiore dove si svelano gli spazi più intimi, fino a quello conclusivo più raccolto e accogliente, il pensatoio, nel quale, tra citazioni e frammenti di murature e modanature in pietra, si distendono sedute sagomate al cospetto della fontana aperta sul paesaggio. Tra tutti, lo spazio maggiore è costituito dal teatro all’aperto, un largo piano inclinato cordonato compreso tra setti murari sagomati, che si fa luogo per lo spettacolo; spalle alla torre, con la quale intrattiene un colloquio visivo privilegiato, allinea le sue sedute in pietra puntando sul paesaggio, che si apre oltre i setti murari che definiscono la scena. I materiali sono quelli della materia litica erosa del calcestruzzo lavato attraverso la quale si insinua il vento, delle pietre delle pavimentazioni, delle placide e vibranti superfici degli specchi d’acqua che riflettono spicchi di cielo e ruvida materia, caratterizzando questi spazi con la loro quieta presenza sonora. L’intervento, come la fortezza diruta, parla un linguaggio solido e scarno, dalle geometrie nude e severe, caratteristico delle antiche strutture.
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