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Dove collocare il divano in un piccolo soggiorno
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Arredare un piccolo soggiorno può diventare una vera sfida contro i metri a disposizione che si possiedono. Questo soprattutto quando non si vuole rinunciare alla comodità di inserire una pratica seduta, in un ambiente di tendenza e stile. Quindi come posizionare il divano in una zona giorno mini? Le alternative sono tante e molto dipende dalla grandezza del tradizionale sofà e dal numero di complementi d’arredo presenti. Per evitare eccessivi ingombri e che la camera risulti oltremodo oberata di elementi, sarebbe bene partire da un’idea più o meno fissa di dove disporre l’oggetto protagonista e adeguare, di conseguenza, i relativi accessori. Per facilitare la scelta di questa posa, abbiamo individuato 5 possibili composizioni che più frequentemente si possono presentare, quando ci si appresta ad arredare una piccola zona giorno. Le modalità, per collocare quindi il divano in un piccolo soggiorno, riguardano: un inserimento a metà stanza; una disposizione davanti alla finestra; un posizionamento ad angolo; una dislocazione mobile con un oggetto componibile; una sistemazione accanto al tavolo. Vediamo nel dettaglio e attraverso splendide immagini di progetti di interior, come queste opzioni possono dar vita a ideazioni strepitose per arredare casa. Alternative che rendono bello un mini soggiorno, dove non manca nulla, essendo attrezzato in maniera funzionale e con geniali soluzioni di design. Soggiorno piccolo con divano a metà stanza Anche se si possiede un soggiorno piccolo, inserire un divano a metà stanza non sempre è un’idea da scartare a priori. In moltissimi casi è infatti la soluzione più adatta per separare le funzioni di un unico ambiente, senza dover rinunciare a una morbida seduta, considerata magari troppo ingombrante. Spesso viene utilizzata tale collocazione per sistemare il divano di fronte ad una parete attrezzata, dove si trovano solitamente la televisione e un eventuale punto di calore, come il classico caminetto a legna o stufe contemporanee elettriche o a bioetanolo. Nella parte dello schienale si possono addossare mobiletti bassi dove riporre libri e lampade da tavolo o scrivanie e piani di lavoro. In ogni caso, arredare una zona giorno mini con un divano a metà stanza, aiuta a focalizzare l’attenzione su un complemento d’arredo importante posto in posizione centrale, attorno a cui si snoda tutto il progetto di interior. Soggiorno piccolo: divano davanti alla finestra Altra ubicazione favorevole per un divano in un piccolo soggiorno è davanti alla finestra che si affaccia su un giardino o su un cortile. Alcuni pensano che possa essere fastidioso avere un ingombro proprio di fronte ad un serramento, vuoi per difficoltà di aprirlo per arieggiare, vuoi per la problematica di avere le ante stesse dell’infisso troppo vicine a dove ci si siede. In verità raggiungere la maniglia per spalancare una finestra durante la bella stagione, non è cosa così impossibile da affrontare, in special modo se il divano è discostato di quel tanto per potervi passare dietro. Per quel che riguarda invece i battenti aperti, non ci dobbiamo preoccupare del loro “impiccio”. Durante l’estate le finestre sono costantemente aperte e le ante non arrecano alcun tipo di disturbo, in special modo nei modelli odierni dove il vasistas va per la maggiore. Un pro di questa collocazione riguarda l’avere la luce diretta mentre si sta seduti sul divano: ottima per leggere un libro o godersi momenti di tranquillità e relax. Zona giorno mini con divano nell’angolo In alcune situazioni, dove la metratura è davvero ridotta e dove le varie aperture possono creare delle problematiche, è inevitabile dover disporre il divano nell'angolo "morto" di una zona giorno mini. Questo non significa necessariamente utilizzare un complemento d'arredo angolare, ma semplicemente predisporre l'ingombro di questa morbida seduta, all'incrocio di due pareti con ideazioni originali e differenti. Una chaise longue contemporanea potrebbe rientrare in un favoloso progetto di interior e diventare il punto focale di un piccolo soggiorno ben curato e proporzionato. Ma per chi ha la necessità di avere un numero maggiore di posti a sedere, il consiglio è quello di utilizzare un divano con prolunga (con o senza schienale), da poter lasciare in posizione a L o eventualmente sistemare in modo lineare per poter ospitare un maggior numero di persone. Zona giorno mini e divano componibile Ulteriore progettazione da valutare, per arredare una zona giorno mini senza rinunce, è quella di utilizzare un divano componibile e decisamente flessibile, per conformarsi ad ogni spazio e necessità in un piccolo soggiorno di casa. Questa particolare scelta è assolutamente pratica quando si hanno delle metrature minime o delle configurazioni planimetriche inusuali. Se le pareti di casa non sono necessariamente rettilinee o per necessità organizzative la disposizione abituale di un living non rientra nei canoni tradizionali, allora avere una morbida seduta da comporre ogni volta in modo diverso, è ciò che fa per voi! Spostarla sotto una finestra, addossarla ad un muro o collocarla a centro stanza, sono solo alcune delle posizioni che un divano componibile può assumere in una zona giorno mini trendy e di grande stile. Una alternativa che fa la differenza in un ambiente tiny e che coniuga funzionalità ed estetica in una casa di design. Soggiorno piccolo e divano accanto al tavolo La quinta soluzione che vi proponiamo, riguarda la duplice funzionalità di un divano accanto al tavolo, che all’occorrenza diventa anche una funzionale seduta, durante pranzi in famiglia o cene con gli amici. Una sistemazione che ottimizza i piccoli spazi di una zona giorno mini, dove tutto deve essere calcolato al centimetro e incastrarsi perfettamente nella gestione quotidiana del vivere una casa in maniera pratica. Acquistare un divano a due posti e spostarlo in varie posizioni a seconda dell’utilizzo che se ne deve fare, è senz’altro l’opzione più favorevole e consona da effettuare per comodità e versatilità. Da evitare le alternative fisse, a mò di panca imbottita, dove l’utilità di avere una seduta statica, risiede esclusivamente nell’utilizzare un ingombro più contenuto, rispetto a delle sedie tradizionali, ma che non ottempera alla funzione classica che deve avere invece un divano in un soggiorno.
8 cose da non fare quando si arreda la zona notte
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Gestire male i metri disponibili Non definire uno stile preciso Inserire troppi elementi Destinare poco spazio all’armadio Impiegare tanti materiali diversi Trascurare l’illuminazione Sottovalutare l’utilizzo degli accessori giusti Scegliere a caso i tessuti
Arredare casa con un ceppo di legno di tendenza
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Un ceppo di legno può diventare un elemento di stile e design per arredare casa in modo unico, originale ed eco-friendly. Di ogni forma, misura e colore, questi oggetti apparentemente semplici da realizzare e trovare in commercio, hanno preso piede in tantissime progettazioni di interni. Un oggetto trendy molto richiesto che coniuga funzionalità ed estetica. Di grande tendenza, questi ceppi e tronchi di legno vengono utilizzati in modi davvero fantasiosi, come sedute informali, tavolini da caffè ricercati, comodini da notte abbinati o centri tavola da urlo! Anche se sono elementi del tutto naturali è bene non esagerare nel loro impiego nei vari ambienti di un’abitazione, cercando di armonizzarli con nuance neutre e orientamenti stilistici coordinati. Ma come trasformare un pezzo grezzo di legno in un ceppo chic per arredare casa? In realtà non è così immediato come si pensa e vanno considerate delle variabili che portano a differenti risultati finali, in base a tipologia di essenza, lavorazione e rifinitura superficiale. I fattori da considerare, per rendere un ceppo di legno un elemento alla moda per la casa, riguardano: la scelta del tipo di legno più adatto; la forma e la grandezza del ceppo stesso; la lavorazione (rimozione o meno della corteccia, pulizia, asciugatura, levigatura, …); la finitura trasparente o la tinteggiatura. 1. Scelta del tipo di legno più adatto e già stagionato Trovare la materia prima è essenzialmente lo step fondamentale per iniziare la realizzazione di un ceppo di legno per arredare casa. Tra le essenze più congeniali e che possono essere lavorate con facilità per ottenere sia elementi più semplici che strutturati, possiamo elencare: il larice, il castagno, il noce, l’olmo, il mogano, il faggio l’acero e il ciliegio. Anche altri legnami utilizzati per ottenere complementi (melo, ciliegio) e che magari già si possiedono, possono andar bene. Ma è comunque bene farsi consigliare da professionisti del ramo, che sapranno suggerire se tali tipi di legno sono realmente adatti per questo tipo di realizzazione. 2. Definizione di forma e grandezza del ceppo Prima di inserire un ceppo di legno in casa è necessario capire quale sarà la sua destinazione d’uso. Questo per definire forma e grandezza dell’elemento finale, che andrà ad arredare casa. Nella quasi totalità dei progetti, la geometria ricade su quella naturale e circolare del pezzo di tronco che si è scelto, anche se in situazioni particolari i blocchi di legname vengono rettificati su richiesta, per ideazioni ad hoc e personalizzate. La grandezza è invece strettamente legata a ciò che si vuole realizzare. Per una seduta o uno sgabello è normale che le misure saranno quelle tipiche di una sedia per poter stare comodi. Per un tavolino da caffè in soggiorno o per dei comodini nella zona notte, le dimensioni seguono la metratura degli ambienti e variano in base al numero di pezzi che si intendono utilizzare. Non vi sono quindi regole ferree che riguardino disegno e ampiezza. Un consiglio utile è quello di collocare il ceppo ancora da lavorare nella stanza da arredare. Vederlo direttamente in loco riuscirà a rendere meglio l’idea di come si andrà ad inserire nel contesto circostante. 3. Rimozione corteccia e pulizia esterna del ceppo Prima di essere lavorato, un ceppo di legno necessita che la corteccia venga rimossa, per evitare quell'effetto eccessivamente rustico. Questa operazione va effettuata in modo accurato per poter attuare una pulizia esterna accurata del ceppo stesso, con differenti prodotti. L'acqua è sempre la migliore alleata per un'igienizzazione perfetta. E farsi aiutare da detergenti naturali (aceto e sapone neutro) è il secondo step da attuare, strofinando l'intera superficie più volte. Una o due passate di olio di lino, concludono il procedimento di pulizia di un ceppo di legno, nutrendo al contempo questo materiale sempre vivo. 4. Asciugatura e levigatura accurata Utilizzare un ceppo datato del proprio giardino o sceglierne uno in un laboratorio specializzato o ancora in una a segheria apposita, implica sempre che il legno debba essere stato lavato e sottoposto a successiva asciugatura. Questo materiale è vivo e modificabile nel tempo, pertanto va trattato nel modo corretto per non incappare in soprese inaspettate. Benché si tratti di un complemento d’arredo DIY, ottenere comunque un risultato esemplare per un ceppo di legno che serve per arredare casa, è l’obiettivo di chi vuole utilizzare questo stile nel proprio progetto di interior. La luce indiretta e un luogo caldo e asciutto aiutano durante questa fase e permettono di avere un prodotto perfetto per essere successivamente levigato. Le tempistiche per avere un prodotto, come si dice “stagionato” non sono brevi, specialmente se il tronco ha dimensioni importanti; pertanto è consigliabile scegliere un ceppo che riposa da almeno da 9 mesi. 5. Finitura trasparente o tinteggiatura Lasciare al naturale la parte esterna di un ceppo di legno per arredare casa, è sempre da preferire per la bellezza intrinseca del materiale che viene messo in risalto dalle tipiche venature su ogni lato del complemento. In questo caso utilizzare una finitura trasparente opaca, che non alteri l’originalità del colore dell’essenza è il consiglio che ci sentiamo di dare, ma a chi piace è fattibile trattare la superficie con oli lucidanti, sempre ottenuti da prodotti privi di componenti chimiche e artificiali. In alcune situazioni è possibile tinteggiare le pareti del tronco stesso, con colori neutri nelle palette del bianco, avorio, greige, grigio o tortora e terminare con un a vernice incolore per preservare il legno trattato.
Aspiratore da bagno: tipologie, caratteristiche e funzionamento
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Forni smart in cucina: utilità e convenienza
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I forni smart in cucina hanno raggiunto il top di gamma nella categoria degli elettrodomestici più tecnologici ed innovativi. Coniugando utilità e convenienza hanno dato vita ad un nuovo modo di cucinare, con modelli e programmi completamente gestibili da app. Nuovi strumenti e servizi appositi hanno quindi rivoluzionato la cottura nel forno di casa, rendendola più easy e con prestazioni che rasentano quelle delle apparecchiature di un ristorante pluristellato. Con tante funzioni e accessori di ogni tipo, cucinare non sarà mai stato così piacevole e immediato. I migliori brand del settore sono sempre alla ricerca di qualche optional aggiuntivo da proporre, per aiutare nella gestione quotidiana la preparazione di pranzi al volo per la famiglia o di cene organizzate da gustare con gli amici. Forni smart in cucina: cosa sono I forni smart sono i migliori alleati per chi ama cucinare in maniera casalinga e al contempo preparare piatti sfiziosi da grandi chef, tenendo conto delle esigenze di tutti i componenti della famiglia. Questi elettrodomestici sono una particolare tipologia di apparecchi intelligenti, dotati di svariate funzioni che li rendono facili e immediati da utilizzare. Elettrodomestici di ultima generazione che possono essere connessi tramite wifi a computer o cellulare, controllati da remoto con app su smartphone o tablet e con la possibilità di attivazione a distanza di tutte le funzioni e i sistemi che lo caratterizzano. Si tratta di una componente molto importante quando si decide di acquistare una nuova cucina o si pensa di rimodernare quella esistente. Nella scelta di inserire un forno smart nella zona cottura di casa, è bene pertanto valutare tutti i vantaggi di poter cucinare cibi in maniera perfetta, efficiente e senza sprechi. Forni smart: tante funzioni in un unico elettrodomestico Utilizzare un forno smart di nuova generazione, permette di poter gestire in contemporanea la preparazione di diversi manicaretti che necessitano di gradazioni, modalità e tempi di cottura differenti. I vantaggi di installare un apparecchio di questo tipo, consente di avere tante funzioni in unico elettrodomestico, semplice e piacevole da utilizzare. Le principali mansioni che i forni smart possiedono, per dare la possibilità di ottenere cibi perfetti, riguardano: funzione dual- cook: particolarmente apprezzata quando è necessario diversificare i cibi per problemi di intolleranze e allergie, ottimizzando le diverse temperature e dimezzando le tempistiche di preparazione; funzione a vapore: è sicuramente una tra le forme di cottura preferite oggi giorno, perché mantiene inalterata la consistenza dei cibi, esaltandone il sapore. La particolarità in un formo smart è che il vapore si può formare dentro il forno stesso per la condensa del calore raccolta in un serbatoio o all’interno di un contenitore di vetro a chiusura stagna, a seconda del modello scelto; funzione sottovuoto: è una tecnica di cottura a bassa gradazione (50° - 90°), grazie alla quale è possibile utilizzare degli appositi sacchetti, al cui interno i cibi si cuociono alla perfezione; funzione eco-cook: gestito da una modalità di cottura automatica, permette di aumentare o ridurre la temperatura in base al grado di coloritura di carne e pesce, senza bruciarli superficialmente; funzione rosticceria: attivando l’apposito pulsante che permette la rotazione delle aste all’interno del forno, è possibile preparare un pollo allo spiedo, saporito e gustoso, come quello dei migliori gira-arrosto; funzione pizza: pensata appositamente per impasti particolari, rilascia il calore in modo costante per ottenere una cottura omogenea e senza bruciature. Alcuni modelli arrivano ad avere anche 12 o 13 funzioni incorporate (fino ad un massimo di 20), offrendo la possibilità di utilizzare un forno smart nella sua completezza a 360°. Forni smart: design controllato con una app La caratteristica di un qualsiasi elettrodomestico smart è quella di possedere un eccellente design controllato tramite app e gestibile a distanza. Queste applicazioni su smartphone, permettono di padroneggiare le varie funzioni e relative impostazioni in modo semplice e autonomo, con comandi touch o vocali. I forni smart, come le altre apparecchiature di casa, sfruttano pertanto la domotica e la rete web per facilitarne il loro impiego. Una tipologia di dispositivi intelligenti che aiuta a risparmiare elettricità con conseguente risparmio economico. Forni smart: facile sistema di autopulizia e massima igiene I forni smart possiedono un facile sistema di autopulizia che permette di raggiungere la massima igiene dell’elettrodomestico, senza troppi sforzi e utilizzo di energia, grazie all’opzione eco-clean. Le scoperte della nanotecnologia hanno permesso di utilizzare dei sistemi per eliminare lo sporco più ostinato già durante l’utilizzo del forno stesso, per evitare che nel tempo vengano compromessi i meccanismi interni. I tre metodi, che riguardano un’autopulizia dei forni smart in cucina, riguardano: catalisi: consiste nell’assorbimento di grasso e vapori di cottura sulle pareti ruvide del forno che attirano a sé queste sostanze ad una temperatura di circa 220° e in pochi minuti. Una passata con un panno morbido permetterà di eliminare ogni residuo; pirolisi: comporta l’attivazione di un procedimento a gradazioni molto elevate che possono raggiungere i 400° con sistema di blocco dello sportello come sicurezza. A queste temperature ogni tipo di sporco si riduce letteralmente in polvere. Il vantaggio di tale processo è quello di non trovare praticamente traccia di grasso o resti di cibo all’interno del forno smart e di evitare l’utilizzo di sgrassatori invasivi, che spesso rovinano i materiali costruttivi; idrolisi: questo metodo di autopulizia è tra i più veloci e richiede circa 30 minuti, il tempo necessario per poter riscaldare l’acqua contenuta in un serbatoio interno al forno smart (a 90°). Si ricorre così alla fuoriuscita di vapore naturale per igienizzare le pareti del vano in modo sostenibile ed ecologico.   Alcuni brand hanno inserito nei loro forni smart, sistemi di autopulizia doppi (pirolisi + idrolisi) da attivare in base alla quantità di sporcizia presente, per ottenere così la massima igiene. Forni smart: costi I costi di un forno smart non sono davvero così elevati come in realtà ci si aspetterebbe. Le varie fasce di prezzo tengono inconsiderazione vari fattori, come le dimensioni, le funzioni e i vari optional aggiuntivi che un modello può avere. Si può pertanto partire da un budget di 350 euro per un prodotto easy, per arrivare anche oltre i 1000 euro per i più accessoriati. Alcune case produttrici creano dei modelli oltremodo sofisticati e dotati davvero di ogni gadget per chi vuole avere un top di gamma per poter cucinare in modo del tutto professionale. In questi casi le cifre aumentano notevolmente con forni smart che vanno dai 2000 ai 5000 euro. Sul mercato esiste un’eccellenza che sfiora i 10.000 euro e che prevede 20 modalità di funzionamento, 2 sistemi di sicurezza, 4 vani cottura, 3 metodi di autopulizia, connessione a rete intelligente, sensore di prossimità, comandi intuitivi e movimenti ergonomici di sportello e leccarde su binari. Insomma il top dei top dei forni smart in commercio!
Piano e cavalletti: un nuovo modo di concepire la scrivania
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Una scrivania in casa è un complemento d’arredo molto versatile e presente in diversi ambienti di un’abitazione. Dal soggiorno allo studio, dall’ingresso alla cameretta dei ragazzi, questo mobile diventa un punto di riferimento importante dove funzionalità e stile emergono in un unico pezzo pratico e di design. Come per altri prodotti, anche questi oggetti d’arredamento, hanno subito nel corso del tempo dei cambiamenti e non sempre rispecchiano l’idea tradizionale del classico appoggio per svolgere le più svariate mansioni. Un nuovo modo di concepire la scrivania di casa, riguarda l’impiego di piano e cavalletti, che dà vita ad una tendenza componibile di grande impatto. Questa soluzione è particolarmente apprezzata per la completa libertà di poter personalizzare al 100% un mobile che diventerà il protagonista di una qualsiasi stanza. La forma, le dimensioni, i materiali e i colori vengono mescolati tra di loro, per creare un oggetto su misura che sarà esclusivo e solamente nostro. In base all’orientamento estetico scelto, questa scrivania componibile si trasformerà da top di lavoro sobrio e distintivo per una zona ufficio casalinga, a un eclettico e vivace workspace, per un teenager sempre in movimento. Liberare la fantasia è ciò che serve per la realizzazione di un progetto d’interni dove un semplice piano e due cavalletti, sapranno ideare un vero e proprio mobile componibile e mutevole all’occorrenza. Scrivania monocolore per la zona ufficio Per chi ama la sobrietà e preferisce evitare eccessi o stravaganze, una scrivania monocolore per la zona ufficio è esattamente ciò che serve. Coordinare una nuance su piano e cavalletti permette di ottenere un oggetto unitario e percepibile dall’occhio di chi guarda, come un singolo mobile compatto. In effetti, indipendentemente dai materiali dei due elementi, avere una sola tinta su entrambe le componenti, aiuta a mimetizzare il fatto che la scrivania sia realizzata con pezzi a sé stanti. Se la geometria del piano è rigorosa e statica, consigliamo di abbinare delle gambe in linea, per mantenere l’idea di essenzialità e minimalismo. Alcune alternative permettono l’impiego di inserti alla base dei cavalletti stessi, per essere utilizzati come piano d’appoggio per cartelle o materiale da lavoro. Un accessorio discreto ma utile per una scrivania monocolore di casa trendy e basica. Abbinamento di materiali: scrivania accessoriata nello studio , presuppone un progetto a monte dove devono essere messe in evidenza i gusti personali del fruitore di tale complemento d’arredo. Un abbinamento di materiali, che quasi sempre prevede un piano in legno e delle gambe in metallo, può essere richiesto per coordinare poi altri optional alla scrivania stessa. Il top, invece di presentarsi come una semplice tavola, può diventare qualcosa di più importante, costruito con spessori appositi per contenere dei vani dove riporre cancelleria e oggetti utili in uno studio. Per non appesantire troppo l’intero complemento d’arredo, con un blocco monolitico in legno, è fattibile pensare di creare dei vani, lasciati a giorno e corredati di cassetti, per creare dei pieni e vuoti formidabili. Rastrelliere e piccole mensole da appoggio diventano un ulteriore pratico accessorio del piano di lavoro. L’escamotage di abbinare lo stesso materiale dei cavalletti metallici, permette di ottenere un arredo armonico, ben proporzionato e di tendenza. Scrivania multi materica nel workspace La versatilità di una scrivania componibile, permette di giocare a piacere sull’idea multi materica della sua composizione. All’interno di un workspace in casa si possono sperimentare diversi abbinamenti, che considerano di solito l’impiego di legno, metallo e vetro, nelle loro più straordinarie varianti. I possibili accostamenti, per una scrivania componibile, riguardano: piano in legno e cavalletti in metallo: una scelta ibrida, dove il più caldo e il più freddo dei materiali vengono accostati, può essere realizzata anche con top in mdf o sughero, per dar vita a soluzioni easy e contemporanee, adatte ad ambienti freschi e giovanili; piano di metallo e cavalletti in legno: per gli amanti dell’industrial style è decisamente attuabile avere un appoggio che richiami l’idea dei tipici banconi da lavoro di un’officina. Abbinarvi delle gambe in legno colorato, è uno stratagemma per ingentilire lo stile e ottenere un look del tutto personale; piano in vetro e cavalletti in metallo: per uno stile cittadino deve essere necessariamente utilizzato un tavolo trasparente con inserti metallici. Un piano di lavoro in vetro temprato, che solitamente diventa anche una lavagna per gli appunti, associato a cavalletti minimal, nel più tipico metropolitan style; piano in vetro e cavalletti in legno: se è l’aspetto moderno che cercate questo è il connubio che fa per voi. Fresco, immediato e casual. Scrivania in casa: combo di colori per un unico materiale Altra papabile alternativa è l’utilizzo di un unico materiale per la scrivania di casa dove è la combo di colori che fa la differenza. Se la scelta ricade sul legno naturale, è fattibile accoppiare finiture differenti a seconda del prodotto da applicare sulla superficie o dell’essenza diversa utilizzata per piano e cavalletti. Oppure si possono gestire commistioni di porzioni neutre e altre colorate, mantenendo comunque l’idea di avere una univoca scelta materica per entrambe le parti. Quando il materiale valutato è invece il metallo, avere piani in black o white e gambe multi color, risulta un’opzione decisamente trendy ed eccentrica, per dare carattere e stile ad una scrivania componibile fuori dal comune. Scrivania componibile: mix & match di nuance e materiali La possibilità di poter scorporare piano e cavalletti, permette in qualsiasi momento di poter modificare il look di questo complemento d’arredo di casa e l’ambiente stesso in cui è inserito. Un mix & match di nuance e materiali, aiuta a rendere questo mobile un pezzo in continua evoluzione, che cambia con il passare del tempo e si adegua ai nuovi gusti e ai nuovi stili dei padroni di casa. Non trattandosi di un oggetto così costoso, ci si può tranquillamente “stufare” e pensare di rimodernarlo, sostituendone solamente una parte o cambiandone semplicemente il colore. Insomma una versatilità totale per realizzare una scrivania di tendenza componibile, con un piano e dei cavalletti!
Letto contenitore: praticità e design nella zona notte
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Un letto contenitore è il giusto compromesso per abbinare praticità e design all’interno di una zona notte funzionale e di tendenza. Lo spazio in casa, per riporre ogni sorta di oggetto, non è mai abbastanza e le idee inerenti le progettazioni di interior, cercano proprio di ottimizzare l’esistente con soluzioni innovative, utili e chic. La parte sottostante un letto tradizionale, risulta ovviamente non sfruttata, oltre al fatto di diventare un ricettacolo di polvere, a volte anche difficoltosa da eliminare. Utilizzare la stessa metratura dell’ingombro dei materassi, è invece un modo intelligente per impiegare con criterio un’area importante di una zona notte, che sarebbe altrimenti lasciata fine a sé stessa. Riporre coperte, scatole di biancheria o i cambi di stagione, non sarà mai stato così semplice e immediato. Il tutto con i vantaggi di non occupare altri mobili contenitore di casa e di avere sempre tutto collocato in modo ordinato e pulito. Quindi, cosa c’è da sapere e cosa valutare, per scegliere un letto contenitore, da inserire in un ambiente trendy, ottimamente disposto e ben organizzato? Scopriamo insieme i pro e i contro di tale scelta per la propria camera matrimoniale, le tipologie disponibili sul mercato, le dimensioni che i migliori brand del settore propongono e i costi che riguardano l’acquisto di un letto contenitore. Letto contenitore: pro La scelta di un letto contenitore per la zona notte presenta numerosi pro. Questi vantaggi nascono dal fatto che sia possibile in pochi metri quadri, recuperare un’area aggiuntiva per contenere, senza dover aggiungere ulteriori complementi d’arredo ingombranti nella propria camera matrimoniale. I fattori positivi, che fanno propendere per questa soluzione, riguardano: la praticità di organizzazione: sfruttando tutto la zona al di sotto del letto, si moltiplica la metratura disponibile relativa al contenimento per riporre in modo organizzato qualsiasi oggetto di casa; l’ottimizzazione dello spazio: avvalendosi di sacchi appositi è possibile riporre biancheria e abiti utilizzando il sottovuoto. Escamotage che permette di gestire al meglio ogni centimetro disponibile al di sotto del letto stesso; la versatilità: questa tipologia di letto non richiede doghe, reti o materassi particolari e permette di utilizzare quelli già in nostro possesso. Letto contenitore: contro Non esistono dei veri e propri svantaggi da elencare per un letto contenitore. Una minima controindicazione riguarda il fatto che non sia così immediato spolverare il suo interno o ancora di più il pavimento sottostante. In realtà la maggior parte dei modelli dispone di un fondo a pannelli che possono essere tranquillamenti spostati. Questo movimento permette di poter accedere agevolmente alla pavimentazione e di igienizzarla senza alcun problema. Manovra che in realtà è molto più pratica rispetto alle azioni che si devono compiere per spazzare sotto a un letto di stampo tradizionale. Un altro minimo inconveniente, potrebbe riguardare il lavaggio della parte bassa che circonda tutto il letto contenitore, che in una versione classica naturalmente non esiste. Le soluzioni con tessuto sono dotate di velcro che permette agevolmente di lavare l’intero copri-bordo direttamente in lavatrice. Per le alternative statiche in ecopelle o pelle, si dovranno utilizzare accorgimenti con panni delicati e prodotti appositi per pulire senza rovinare. Con strutture materiche quali il legno o i metalli, sarà sufficiente una passata con acqua e spugna, e avere l’accortezza di asciugare con cura l’intera superficie. Letto contenitore: tipologie Quando si parla di letto contenitore non ci si sofferma molto sulle varie tipologie di questo complemento d’arredo, né tanto meno sulle varianti che riguardano il suo meccanismo di apertura. Tutti infatti, pensano esclusivamente al fatto di poter sfruttare lo spazio sottostante e di capire in primis l’effettiva capienza del vano. Valutare invece i modelli in base al tipo di alzata è importante per la scelta del letto contenitore più consono per le nostre esigenze, capendo anche la disponibilità di ingombro all’interno della zona notte, per introdurre prodotti di nuova concezione. Secondo questi elementi possiamo allora distinguere 3 classi di letto contenitore che riguardano: meccanismo ad alzata singola: permette un’apertura frontale - verticale tramite un unico gesto, attivabile con una maniglia posta sulla pediera dove la rete o le doghe rimangono in posizione obliqua; meccanismo ad alzata doppia: presuppone un‘apertura in posizione sia verticale che orizzontale. Il primo movimento è uguale a quello dell’alzata singola, mentre il secondo permette di portare i materassi in posizione parallela al pavimento. Questo spostamento facilita il raggiungimento della parte di vano vicino alla testiera; meccanismo ad alzata laterale: utilizzato per letti singoli e apribile sul lato lungo; meccanismo con cassetti: questa tipologia di letto contenitore presuppone che vi siano dei cassettoni posti al di sotto della struttura e che possano essere estratti dal fondo del letto stesso o lateralmente. Richiede necessariamente più spazio per consentire il movimento verso l’esterno di uno o più cassetti, che possono essere a vista o nascosti da un pannello alzabile. Per le prime 3 soluzioni, il meccanismo di movimento è garantito grazie a pistoni a gas e molle che agevolano l’apertura e la chiusura del letto contenitore. Nell’ultimo caso vengono invece inserite delle guide a scorrimento classiche. Per chi lo desidera sono disponibili anche sistemi facilitati con dispositivi elettrici. Letto contenitore: dimensioni Le dimensioni di un letto contenitore variano a seconda dei prodotti presenti sul mercato e alla loro tipologia di alzata. Per tutti i modelli e tutte le alzate, il vano mantiene la medesima metratura del letto, quindi con larghezze variabili tra i 160 e i 180 cm e lunghezze pari a 190 – 210 cm. L’unica variante avviene quando si opta per un’alzata singola con apertura frontale – verticale, dove il contenitore può essere rientrato rispetto alla struttura. Questa alternativa è caratterizzata da un design moderno e lineare, perché con il contenitore stesso risulta praticamente nascosto e la silhouette del letto rimane decisamente più snella. Per quanto riguarda l’altezza del vano contenitore, questa dipende alla struttura del letto e dalla sua conformazione geometrica. Indicativamente si parte da una dimensione slim di 11 cm per passare poi a 18 cm, sino ad arrivare ai 25 cm (decisamente consigliata). Letto contenitore: costi Se all’inizio della loro produzione i letti contenitore erano considerati maggiormente costosi rispetto a quelli tradizionali, per i loro accessori aggiuntivi, oggi giorno rientrano invece nelle medesime fasce di prezzo dei classici letti matrimoniali. Ciò che influisce sul budget sono i tessuti o i pellami per cuscini e giroletto o eventuali optional per testiere regolabili e inclinabili. Anche il design vuole la sua parte e strutture particolari dal look innovativo e tecnologico, possono influenzare il costo finale del prodotto. Vi sono soluzioni decisamente economiche che si aggirano anche sui 450 euro, ma possiamo affermare che il range entro cui mantenersi, per acquistare un buon letto contenitore matrimoniale, sia tra i 1000 e i 2000 euro, per avere la garanzia di un’eccellente funzionalità e un’ottima qualità dei materiali a lungo termine.
Rinnovare il bagno: utilizzare la cassetta esterna per il wc
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La cassetta esterna per il wc, per molti anni snobbata e messa completamente da parte grazie a soluzioni da incasso, sta invece tornando di moda, specialmente quando si deve affrontare un progetto completo per rifare il bagno di casa. Sostanzialmente abbandonata per la sua estetica, perché in alcuni casi non propriamente dotata di grande design, questo elemento per il bagno sta invece diventando una alternativa nuovamente apprezzata per molteplici vantaggi. Mantenere la cassetta esterna per il wc significa dotare un ambiente di servizio di un elemento funzionale e utilissimo per rimodernare un bagno. Questa scelta viene sempre più spesso preferita quando si intendono sostituire i sanitari, senza intraprendere lavori di demolizione troppo invasivi. Per chi pensa che tale opzione non possa sostenere un look contemporaneo all’interno di un bagno moderno di tendenza, è in errore. Per quanto riguarda lo stile e il fattore estetico, i migliori brand del settore hanno progettato dei modelli con forme ergonomiche esemplari. Queste silhouette, disegnate con un’attenzione particolare alla bellezza esteriore, riescono ad inserirsi perfettamente in qualunque contesto. Capiamo allora insieme tutti i pro che una cassetta esterna per il wc possiede e come può integrarsi perfettamente con l’idea di rinnovare un bagno in casa. Cassetta esterna wc: tutti i vantaggi in un bagno odierno La cassetta esterna di un wc assume un compito fondamentale perché è solamente grazie a lei che è possibile risciacquare la tazza, attraverso l’acqua pulita mantenuta nel suo serbatoio interno. Valutarne l’inserimento in un bagno da rifare di concezione odierna, è una prassi che molti progettisti propongono in fase di ristrutturazione, sostenendo i suoi molteplici benefici. I fattori che determinano le caratteristiche positive dell’utilizzare una cassetta esterna per il wc, sono molti e nel dettaglio riguardano: la facilità e la poca invasività riguardante la posa; l’immediata ispezione in caso di guasti e danneggiamenti; la rapidità inerente la manutenzione ordinaria; la praticità di igienizzazione; la semplicità nell’essere sostituita; l’economicità rispetto a opzioni da incasso. Tutti questi vantaggi, sommati al design che oggi gioca un ruolo fondamentale nello stile per la produzione delle cassette esterne, aiutano molti padroni di casa ad avvicinarsi a tale idea per rinnovare il proprio bagno in chiave odierna. Per i più scettici abbiamo altri pro, che rientrano nelle innovazioni apportate alle tradizionali “vaschette” del wc, dove sono previsti: doppi pulsanti con erogazione diverse dell’acqua diverse in base alle necessità; sistema di interruzione della fuoriuscita di dell’acqua in caso di bisogno; riduzione al minimo del rumore, dovuto al riempimento del serbatoio dell’acqua. Cassetta esterna in bagno: caratteristiche del wc Quando si pensa di ristrutturare un bagno con cassetta esterna, è necessario prendere in considerazione le caratteristiche del wc, cercando di scegliere il modello più consono per le condizioni tecniche esistenti, come la tipologia di scarico, le pendenze delle tubature, la vicinanza ai muri e così via. I tre modelli disponibili sul mercato, che vengono impiegati per rinnovare un bagno, riguardano: wc con cassetta a zaino con tubo esterno: utilizzate in ambienti dal sapore vintage, vengono scelti quando si installano dei sanitari a filo muro che prevedono una profondità nulla dalla parete e necessitano che il blocco di carico-scarico sia posizionato in altezza con tubo di raccordo a vista; wc con cassetta a zaino monoblocco da appoggio: appropriati in ambienti più contemporanei per il loro look più attuale, si possono trovare in versione standard o salvaspazio, per bagni dalle dimensioni contenute. Ottimali per la compattezza di un pezzo unico, che comprende wc con cassetta incorporata; wc con cassetta a totem: con le loro geometrie più moderne, sono consigliati quando il sistema di scarico è a terra invece che a parete. Cassetta esterna wc: tutte le tipologie per il bagno Utilizzare una cassetta esterna per il wc, implica un discernimento tra le tipologie per il bagno che si trovano oggi in commercio. Vengono tutte dotate di funzionamenti intelligenti, per evitare sprechi inutili di acqua, mantenendo una politica ecosostenibile a 360°. Ciò che ne determina le differenze sostanziali sono le tecniche di funzionamento: a scarico singolo, doppio o pneumatico. Oltre a ciò vanno valutato i vari pratici accessori che possono essere introdotti, come le valvole silenziose di carico e scarico dell’acqua, l’isolamento anticondensa e i sistemi di blocco. Altra variabile che caratterizza i diversi tipi di cassette esterne per wc, è la capacità di contenimento dell’acqua. I modelli più utilizzati sono quelli slim da 3 o 6 litri o quelli nella misura L che arrivano a sostenere 9 litri. Cassetta esterna wc: estetica e stile in bagno L’estetica e lo stile in un bagno di casa, sono dettati dai tanti vari pezzi che compongono questo puzzle progettuale di un ambiente di servizio, che deve risultare affascinante oltreché funzionale. Il mondo del design sviluppa continuamente idee e disegni inerenti la geometria dei sanitari che devono armonizzarsi con il contesto circostante ed essere in linea con l’arredo che andrà a costituire il bagno stesso. Una cassetta esterna per wc ideata secondo concetti odierni, prevede delle linee minimaliste ed essenziali dal grande impatto e che ben si sposano con tanti orientamenti stilistici diversi. La semplicità e il rigore delle forme connotano i modelli monoblocco, che vanno per la maggiore, e riescono davvero a soddisfare in ogni realizzazione in cui vengono inseriti, integrandosi nei vari bagni con personalizzazioni ad hoc. Queste cassette esterne per wc, a seconda dello spazio disponibile e ai gusti di ciascuno, possono essere posizionate sia a filo muro che distanziate e realizzate nei migliori materiali di oggi. La ceramica è la scelta che è sempre sul podio, ma esistono in realtà dei prodotti alternativi e sempre più sponsorizzati dalle aziende produttrici più competitive (acciaio, legno, vetro e cristallo). Anche per quel che riguarda le opzioni inerenti le colorazioni, è possibile farsi realizzare qualsiasi nuance su richiesta. In base ai trend del momento i colori chiari spopolano ancora grandemente (bianco, avorio, sabbia, tortora), lasciando un minimo spazio a soluzioni i total dark per i più audaci. Cassetta esterna in bagno: costi contenuti e praticità La praticità di una cassetta esterna per wc in bagno, va di pari passo con i costi contenuti per il suo acquisto. Una cassetta a zaino con tubo esterno, ha dei prezzi variabili a seconda del materiale con cui viene realizzata, partendo da 30 euro per soluzioni in plastica per arrivare anche a 500 euro per alternative su richiesta in acciaio. Una via di mezzo riguarda la ceramica che si attesta sui 150 euro. Un wc con cassetta monoblocco standard prevede una spesa di circa 200 euro, mentre per opzioni su misura salvaspazio, il costo può salire sino a 400 euro. Sui 250 euro è il budget da preventivare per modelli a totem.
Cucina e bambù: ecologica e contemporanea
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La cucina è un ambiente fondamentale all’interno di ogni abitazione. Nella fase di acquisto è indispensabile valutare dei prodotti qualitativamente elevati e che si adattino allo stile estetico scelto per questa zona di casa. Tra le tante proposte innovative sul mercato, il bambù è uno tra i vari materiali dalle caratteristiche molto apprezzate. Molti sono i pro che questa soluzione offre rispetto ad altre alternative già conosciute. Il calore che questo particolare legno infonde ad una cucina è impagabile, grazie al suo colorito tendente al miele. E’ inoltre un prodotto neutro, che ben si sposa con tanti orientamenti stilistici differenti, abbinandosi sia a realizzazioni più tradizionali che a quelle moderne, spiccando per la sua informale eleganza. I fattori, che determinano la scelta per una progettazione in bambù di una cucina ecologica e contemporanea, riguardano: l’ecosostenibilità della materia prima (estrazione e lavorazione); la durabilità a lungo termine; la resistenza all’usura nel tempo; la naturalezza della finitura superficiale. Grazie alla sua versatilità, il bambù in cucina può essere impiegato in differenti modi: sulle ante, come paraschizzi, come top e piano di lavoro, sul pavimento e persino per rivestire il soffitto. Vediamo allora insieme alcune proposte sensazionali che vedono realizzazioni ecologiche dal design impeccabile. Cucina in bambù: ante e sportelli dal gusto esotico Realizzare una cucina in bambù implica il totale apprezzamento per ante e sportelli dal gusto esotico, che questa progettazione fa decisamente emergere. Una finitura che pur nella sua contemporaneità riesce a riscaldare un ambiente molto vissuto di casa e che inevitabilmente fa scaturire forti sensazioni legate a visioni delle parti più incontaminate del mondo. Rispetto al tradizionale legno, questa essenza ha un aspetto naturale per eccellenza, che dona stile ad una cucina trendy e dall’aspetto ospitale. Benché considerato un materiale poco nobile, il bambù con la sua struttura, conferisce unicità alle antine di una cucina ecosostenibile perché mostra la perfezione dei vari strati che le compongono, in modo del tutto visibile senza coprifili aggiuntivi. Le realizzazioni di ante e sportelli in bambù tendono a non richiedere la presenza di maniglie (alternative a gola o push-pull) o se proprio impiegate, ne apprezzano un minimalismo molto serrato. Cucina trendy con un paraschizzi in bambù Anche se poco utilizzato, un paraschizzi in bambù può conferire un aspetto chic ad una cucina trendy, mantenendo in vita i concetti green ed ecosostenibili propri di questo materiale. Maggiormente adatto su pareti che non richiedono continua pulizia, può comunque rivestire muri dietro lavandini e fornelli, se scelto con particolari rifiniture a vernice che ne preservano un possibile danneggiamento dovuto a eccessivi schizzi o a detergenti troppo invasivi. Valutare una commistione con il vetro può risolvere capra e cavoli. Una minima lastra trasparente posta al di sopra del bambù stesso, mantiene a livello visivo l’estetica del legno, aiutando le operazioni di igienizzazione quotidiana. Bambù: rivestimento di spicco per l’isola in cucina Un altro modo di utilizzare il bambù in cucina riguarda il suo impiego come top al di sopra di cassettoni ed elettrodomestici o come piano di lavoro su isole e penisole. Un rivestimento di spicco su questi blocchi monolitici a centro stanza, che ne addolcisce la forma e connota in maniera decisa, ma senza esagerazioni, una postazione importante nella zona cottura eco di casa. Le qualità fondamentali di questo materiale, di cui abbiamo già accennato, sono la durevolezza, la resistenza e la naturalezza, che su un pannello altamente utilizzato per cucinare e consumare cibi, devono raggiungere davvero l’eccellenza. Infatti la scelta di un piano in bambù deve necessariamente ricadere nel top di gamma, dove lo spessore e il trattamento superficiale ricoprono due ruoli essenziali. I costi relativi a tale elemento saranno leggermente più elevati. Un budget che però va preventivato per assicurarsi un ottimo prodotto lavorato a regola d’arte, che garantirà una durata nel tempo non indifferente, abbinata ad una minima manutenzione ordinaria e regolare. Pavimento in bambù in una cucina eco Progettare una cucina eco significa circondarsi di elementi che salvaguardano l’ambiente a 360°. Pertanto utilizzare il bambù anche nel settore dei rivestimenti è una prassi ormai consolidata e con apprezzamenti unanimi sia a livello tecnico che estetico. Per chi è scettico sulla posa di un qualsiasi pavimento in legno in cucina, è perché non ha valutato appieno tutti i pro che questa ideazione offre. In particolare la posa di questo materiale ha vantaggi davvero unici di cui vale la pena parlare. A differenza del classico parquet, una pavimentazione in bambù è decisamente più resistente alla presenza di acqua. Ottimo quindi il suo impiego in una cucina, dove l’eventuale caduta di liquidi non pregiudica la bellezza superficiale con macchie anti estetiche, né la durevolezza in profondità con danneggiamenti e deformazioni. Un pavimento in bambù in una cucina eco non teme umidità e con la sua estetica decisamente più omogenea, per la poca presenza di nodi rispetto ad altri tipi di legnami, permette di ottenere una posa pressoché uniforme e contemporanea. Bambù in cucina: di tendenza sul soffitto Utilizzare il bambù in cucina in modo originale si può, progettando una soluzione di tendenza che prevede il suo utilizzo sul soffitto. Dal punto di vista funzionale, questa scelta aiuta a isolare un ambiente dal punto di vista sia termico che acustico e può risolvere problematiche legate a ristrutturazioni che prevedono una necessaria controsoffittatura. Le doghe in bambù per un soffitto in cucina vengono sapientemente lavorate per mantenere durevolezza, stabilità e flessibilità di un materiale vivo e sempre in movimento, come il legno. Trattandosi di una installazione in una zona di casa con la presenza di fuochi, i listelli in bambù vengono trattati con una serie di strati di impregnante con sostanze ignifughe. Questa procedura viene effettuata per rispettare le normative antincendio, che richiedono il totale raggiungimento dei parametri di sicurezza imposti a livello europeo. Il risultato della posa è a dir poco spettacolare e infonde carattere e personalità ad un ambiente cucina con un soffitto in bambù di tendenza e grande design.
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