Orlando Lanza
Architetto
37129 - Verona (VR)
Casa rurale
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Dalla relazione di progetto: il sito è un terreno collinare sulle pendici degli appennini sotto bologna in località san chierlo nel comune di monte san pietro. In questo paesaggio caratterizzato da aree boschive ampi prati e calanchi convivono elementi della struttura insediativa tradizionale ed ... Leggi di più
Dalla relazione di progetto: il sito è un terreno collinare sulle pendici degli appennini sotto bologna in località san chierlo nel comune di monte san pietro. In questo paesaggio caratterizzato da aree boschive ampi prati e calanchi convivono elementi della struttura insediativa tradizionale ed altri del recente sviluppo abitativo lungo le direttrici che attraversano i paesi a valle. La zona collinare rimane ad oggi praticamente integra e sotto tutela tanto che viene esclusa la nuova costruzione. La possibilità di questo progetto nasce infatti esclusivamente dalla demolizione e ricostruzione di un volume di un vecchio manufatto oramai irrecuperabile. La forma della casa obbligata nel volume precedente è anche il risultato delle interpretazioni delle normative – piuttosto rigide – del piano regolatore comunale, volte a tutelare i prevalenti caratteri storici del paesaggio rurale e montano, il concetto base che sottende l’idea progettuale.
La casa è il risultato di una serie di analisi sui rapporti con il ricco contesto ambientale e con la tipologia locale che lo riassume nelle diverse soluzioni costruttive, rispettando l’assetto distributivo originario.
Il fabbricato demolito si sinsetizza in due corpi dei primi del secolo; l’annesso rustico di servizio a sud ovest, costruito a distanza di 20 anni.
Gli elementi architettonici del corpo compatto, degli annessi rustici , della modulazione delle falde di copertura, del sistema delle aperture della tradizione storica locale vengono assunti quali elementi formanti, cioè come il risultato di precise condizioni ambientali ed esigenze funzionali. Il progetto non procede quindi semplicemente aggregando e componendo gli elementi finiti prelevati da esempi storici ma riformula, analogamente al passato, attraverso la necessità e la tecnica contemporanea la relazione con il contesto.
La distribuzione dell’edificio evidenzia, nelle pianta dei tre livelli e negli alzati, un andamento a spirale in senso antiorario; il muro di spina centrale generatore, al quale si addossano i collegamenti verticali, si sviluppa all’esterno diventando l’involucro stesso. Questo ideale dinamismo che fa ruotare l’organizzazione degli spazi esternasi riflette poi nel sistema delle aperture e nella geometria delle falde delle coperture e coniuga infine il volume compatto la varietà delle situazioni e dei rapporti visuali tra interno e esterno.
Gli elementi che costituiscono la facciata a sud, riassumono l’aggregazione delle due storiche unità abitative; è la più esposta ai venti, al sole, alla neve e alla pioggia per le forti correnti provenienti dalla vallata. La casa mantiene la quota di gronda inferiore rispetto a tutto il fabbricato e facendo riferimento alla tipologia tradizionale solo per questo lato della casa la gronda è molto più profonda; vetrate e finestre arretrano rispetto al filo esterno della facciata e non raggiungono mai il piede dell’edificio sottolineato in questi casi da un basamento di protezione alle intemperie.
Il grande setto a sud est che funge da comignolo segna l’angolo più esposto e più fragile della casa : nella cronologia storica dell’edificio rappresenta la frattura verticale del fabbricato provocata, con il passare degli anni, dal cedimento delle strutture di fondazione.
La facciata a nord corre parallela alla strada ed è rivolta verso la città. Li si posizionano due aperture circolari a cannocchiale sulla città di bologna, fessure per gli ingressi di servizio e il taglio d’angolo sul vecchio pozzo, che durante gli scavi di costruzione, si manifesta come il collo di un anfora antica piantata nel terreno.
Al tramonto nella loggia sulla facciata ovest, luogo protetto dove osservare sopra la chioma della vegetazione, si apre la visuale sino a fondo valle.
In questa compagine di facciate che si esprimono come dialogo con il paesaggio le bucature diventano l’elemento di congiunzione; si posizionano nelle varie stanze considerando le proporzioni, l’uso e le visuali nel paesaggio, cercando di aggregare dove è possibile in tamponamenti di legno in riferimento agli annessi rustici dell’edilizia rurale, mantenendo la massa muraria più compatta. Per le bucature isolate, la tipologia a strombatura verso l’esterno chiaramente ispirata a quella storica locale, permette l’alloggio dei rivestimenti in legno e degli scuri.
Particolare attenzione è stata riposta nell’utilizzo di materiali bio-compatibili e nel forte isolamento delle pareti esterne e dei serramenti. Un impianto solare termico, posizionato sulla falda che si distingue per la diversa pendenza, integra l’impianto di riscaldamento e l’approvvigionamento di acqua calda sanitaria. Nel giardino si è previsto inoltre una cisterna per la raccolta dell’acqua piovana per l’irrigazione.
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