Casa el
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Team: michielizanatta.net
Oggetto: progettazione nuova casa di abitazione unifamiliare casaclima a
Committente: privato
Ruolo: progetto definitivo, esecutivo e d.l.
Cronologia: 2018 -2019
Fotografie: massimo crivellari
______________________________________________________________... Leggi di più
Team: michielizanatta.net
Oggetto: progettazione nuova casa di abitazione unifamiliare casaclima a
Committente: privato
Ruolo: progetto definitivo, esecutivo e d.l.
Cronologia: 2018 -2019
Fotografie: massimo crivellari
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Il progetto in sintesi
Problema: sviluppare un progetto all’interno di un lotto lungo e stretto su un solo piano contenendo i costi ma realizzando spazi di qualità.
Soluzione proposta: le distanze dai confini ed il limite di edificabilità hanno definito l’impronta dell’edificio che è stata sfruttata fino all’ultimo centimetro. Le zone abitative sono state ben definite e si è gestito il rapporto tra i due fronti ed il tema della privacy e della sorpresa. Si è scelto di impiegare una tecnologia di casseri a perdere per velocizzare la realizzazione e contenere i costi. Ottenendo in ogni caso un edificio casaclima gold.
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Ogni architettura ha a che fare con il tema del confine. Ogni architettura deve confrontarsi con la questione sul dove finisca lo spazio di relazione pubblica ed inizi la dimensione più privata dell’abitare. La gestione di questi limiti invisibili e la loro modulazione rappresenta un tema di ricerca costante nella progettazione, in particolare per quanto riguarda la casa di abitazione unifamiliare.
Questo progetto si interroga esattamente su questi temi. Il contesto nel quale insediare la casa costituiva una vera e propria frontiera contemporanea. Quella tra un mondo che tende costantemente a crescere attraverso più o meno ambiziosi piani di sviluppo urbano ed i resti di un paesaggio naturale costituito dall’area d’influenza del torrente cormor. Il tutto mediato da quel sistema agricolo che disegna il territorio a fasce cromaticamente ben distinte.
Una terra di confine che ha costituito l’occasione per costruire una casa che diviene vera e propria macchina prospettica per osservare l’orizzonte.
L’edificio è stato collocato a partire esattamente dal confine tra area edificabile ed area agricola. Tale posizionamento ha determinato un arretramento del corpo di fabbrica rispetto al ciglio della strada consentendo in prima istanza di cedere parte del lotto allo spazio comune dilatando di fatto quelle aree costituenti il marciapiede. Un regalo alla alla collettività che ha il preciso scopro di mettere in discussione la consolidata prassi di eccessiva definizione della proprietà privata.
In antitesi a tale principio di apertura il disegno del fronte pubblico costituito da due volumi che rappresentano il pieno ed il vuoto è un prospetto silenzioso ed impermeabile. Una composizione che da un lato esercita una forza attrattiva tesa ad accogliere ma che allo stesso tempo definisce una parete impermeabile e sorda.
Un prospetto nel quale, seguendo il disegno al suoi, è possibile raggiungere la porta d’accesso cieca e cromaticamente mimetizzata con la facciata stessa. Oltrepassata questa porta la macchina visiva si mette immediatamente in azione. Infatti la geometria compositiva dei volumi è stata studiata affinché il corridoio d’ingresso sia un vero e proprio cono prospettico alla fine del quale un’ampia finestra permette di inquadrare immediatamente l’orizzonte offrendo in questo modo un vero e proprio quadro a chi accede all’abitazione.
Una volta raggiunta la zona giorno ci si troverà immersi nel paesaggio circostante grazie alle finestre che lo inquadrano nelle diverse direzioni. Il tutto poi si estende ulteriormente nel giardino privato nel quale un ampio marciapiede in calcestruzzo lisciato diviene una sorta di pontile piuttosto che una zattera che trasforma la casa in una vera e propria nave diretta verso quell’orizzonte lontano che è stato percepito al primo ingresso nella casa.
Lo sviluppo planimetrico della casa stessa ripropone la gestione dei differenti livelli di privacy anche all’interno dell’abitazione. In questo caso è il sistema distributivo centrale che media tra le stanze accessibili agli ospiti e quelle private della famiglia.
Ogni architettura nel gestire i propri confini interni e con il mondo esterno permette di costruire momenti di sorpresa e di controllare livelli di intimità.
Noi con questo esperimento abbiamo provato ad indagare queste possibilità nella consapevolezza che l’indagine di questi meccanismi sia uno dei molti modi di conferire reale qualità all’abitare, un abitare improntato sui temi della meraviglia, della luce, dell’osservazione del contesto e della costruzione di relazioni sottili. Quando sono questi principi a guidare il progetto tutto il resto non sarà altro che decoro, quando è questa ricerca che guida il progetto resta la sorpresa e l’orizzonte ed il resto scompare.
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